Accoglienza e Solidarietà: Fra’ Francesco Racconta la Mensa di San Bernardino

 

Abbiamo intervistato Fra’ Francesco, referente della mensa del convento dei frati minori di San Bernardino, che da anni offre accoglienza e ospitalità a chi ha bisogno di un pasto caldo o di una doccia. Ispirati dall’esempio di San Francesco, che accoglieva e incontrava tutti facendosi fratello e compagno di viaggio, puntano a creare un clima di rispetto e familiarità. In questo spazio, offrono il pranzo a circa 100 persone sedute al tavolo e la possibilità di lavarsi. Per maggiori informazioni su questa iniziativa, è possibile consultare il loro sito sanbernardinoverona.it.
Green School sostiene fortemente questa iniziativa e, grazie all’impegno del proprietario della scuola Gary Marcus Judge, si è impegnata a contribuire in vari modi.

 

Può raccontarci come funziona la mensa di San Bernardino e quali servizi offrite?

La mensa di San Bernardino è attiva da circa vent’anni e offre servizi di bassa soglia alle persone più bisognose di Verona. Questi servizi sono destinati ai senza fissa dimora, alle persone irregolari che non possono lavorare perché non hanno i documenti, alle persone con permesso di soggiorno che riescono a guadagnare qualche euro saltuariamente, e anche agli italiani che utilizzano la mensa per per avere un momento di relazione e compagnia, soprattutto durante la colazione e il pranzo.
Da 13 anni a questa parte abbiamo spostato gli ambienti della mensa in una parte più grande del convento, permettendoci di offrire più servizi. Dal lunedì al sabato serviamo la colazione dalle 9 alle 10. Il servizio docce è disponibile quattro volte a settimana, il martedì, mercoledì, venerdì e sabato, sempre dalle 9 alle 10, con circa 20 docce al giorno, quindi 80 alla settimana. Forniamo loro anche un cambio d’intimo: mutande, calze e una t-shirt. Non distribuiamo vestiti perché di questo se ne occupano altre realtà, abbiamo però un servizio di lavanderia.
Il pranzo è servito dalle 11:00 fino alle 11:30, con un massimo di 100 persone tra chi si siede in sala e chi prende il pasto d’asporto. Offriamo circa 15 sacchetti con panini, bevanda e frutta per chi non vuole entrare in sala.
Infine abbiamo un centro di ascolto disponibile tutti i giorni, dove operatori, medici per la pace e avvocati di strada aiutano soprattutto i nuovi arrivati a capire le loro necessità e a metterli in rete, spiegando i servizi disponibili e fornendo supporto burocratico, sanitario e legale gratuitamente.

Come si integra il contributo dei volontari, come Gary Marcus Judge, nel funzionamento quotidiano delle mense?

La mensa è sostenuta da due mani: la prima è visibile e rappresentata dai volontari, mentre la seconda la possiamo definire invisibile, ed è rappresentata dai benefattori.
I volontari, attualmente 150 assicurati di cui circa 120 effettivi, offrono gran parte dei servizi che forniamo, donando il loro tempo una volta a settimana per 4 ore, dalle 8 alle 12.
I benefattori sono composti da aziende, istituzioni e famiglie, e contribuiscono alle esigenze concrete, pagando bollette con bonifici, fornendo prodotti congelati, pasta e sughi e altri beni alimentari e non che ci possono servire.
Gary è sia volontario che benefattore, e il suo contributo è fondamentale.

Se una persona esterna volesse aiutare, come potrebbe farlo?

Chi vuole diventare volontario può scrivere un’email all’indirizzo mensasanbernardinoverona@gmail.com. Io e Letizia, un’altra operatrice socio-assistenziale, faremo un colloquio per valutare la persona. I benefattori possono fare un bonifico (le informazioni per farlo si trovano sul nostro sito) o contattarmi via email per sapere di cosa abbiamo bisogno.

Per un periodo, Green School ha offerto lezioni di inglese allo scopo di aiutare questa iniziativa. Come si sono svolte? Come hanno aiutato i volontari nel loro lavoro quotidiano?

È stato un bellissimo progetto, nato da una necessità concreta: molti volontari non avevano un livello sufficiente di inglese per interagire con gli ospiti, mentre per noi la comunicazione è molto importante. Gary allora ha proposto un corso di inglese base gratuito, per rendere l’interazione con gli ospiti più efficace, il che ha aggiunto valore al servizio. Inoltre, su sua proposta ogni volontario ha contribuito con una piccola donazione che è stata utilizzata per la manutenzione di uno dei nostri freezer, essenziale per conservare gli alimenti.
A mio avviso è stato un progetto molto intelligente perché ci sono arrivate carezze sia con la mano visibile che con quella invisibile.

C’è qualcos’altro che vorrebbe aggiungere o condividere, da far sapere alle persone?

Ci sono tanti modi per aiutare le persone bisognose, non solo attraverso il volontariato ma anche a distanza, con donazioni o contattando la mensa per capire quali sono le esigenze del periodo. Abbiamo sempre una lista di materiali di cui abbiamo bisogno, ad esempio il sale e l’olio, che spesso dobbiamo comprare perché non ci vengono donati regolarmente, perché dati per scontati.